Il caminetto: Storia
Dai focolai paleolitici alla canna fumaria
La scoperta, o meglio ancora il controllo, del fuoco da parte dei primi uomini, durante il Paleolitico Inferiore, periodo storico che va da circa 2,5 milioni a circa 120.000 di anni fa, rappresenta una svolta nell’evoluzione umana. Il fuoco infatti permetteva di cucinare i cibi, assumendo così più proteine e carboidrati e migliorando la nutrizione; di poter lavorare o spostarsi anche nelle ore notturne; e di potersi difendere dai predatori. Le prove più antiche dell’utilizzo del fuoco da parte dei primi ominidi sono state ritrovate in diversi siti archeologici nell’Africa orientale.
Si può affermare quindi che il moderno caminetto affonda le sue origini nei focolai paleolitici passando per gli ipocausti romani e arrivando alle caminate del primo Medioevo.
È solo verso la fine di questo periodo che il camino si evolve diventando anche motivo di arredamento: sino ad allora il focolare era posto al centro della stanza, con un foro sul tetto per la fuoriuscita dei fumi. Questa soluzione permetteva di tenere il fuoco lontano dalle pareti, solitamente di legno, e diffondeva il calore in modo uniforme, tuttavia la dispersione era notevole e certamente lo scarico dei fumi non avveniva nel modo corretto, infatti questa configurazione del focolare fu all’origine di numerosi incendi in quanto i tetti erano costruiti in paglia o in legno, materiali altamente infiammabili.
Furono i Normanni a concretizzare l’idea di costruire una cappa e una “canna fumaria”, necessaria a convogliare il fumo prodotto dalla combustione alla parte terminale superiore del camino oltre il tetto. Prima della diffusione di questo sistema, generalmente il fuoco veniva fatto bruciare all’interno dell’abitazione in una stanza apposita (come ad esempio nell’atrio delle case romane, parola il cui etimo deriva dal latino ater: nero, annerito). Il progressivo subentrare di nuovi materiali edilizi portò alla sostituzione delle case in legno con edifici realizzati in pietra e mattoni. Questo mutò anche la disposizione del camino all’interno degli edifici: fu così che nacque il caminetto moderno, antenato dei nostri odierni caminetti.
Il caminetto moderno: le origini
Ideato nei paesi nordici, dunque, la tipologia di camino a parete si diffuse in tutta Europa e fece la sua apparizione nell’Italia settentrionale tra il 1200 ed il 1300, dapprima a Venezia, dove se ne ha notizia nel 1227, e poi a Pisa, in cui la presenza è accertata nel 1298, grazie all’intensificarsi degli scambi commerciali di cui le Repubbliche Marinare furono le prime ad approfittar mentre a Roma venne introdotto nella seconda metà del Trecento. Il passaggio dal focolare centrale al camino a parete si protrasse comunque sino alla fine del XIV Secolo, a lungo permase infatti, nelle abitazioni più povere, l’uso del focolare centrale.
La storia del camino dal 1300 sino al 1600 è soprattutto una storia architettonica e stilistica, poiché le soluzioni tecniche si limitano ad incassare per metà il camino nel muro. Variano le dimensioni che, a partire dagli enormi camini gotici, si riducono nei camini rinascimentali, barocchi e Rococò, apportando senz’altro un guadagno in termini di efficienza e costi. Tra i pochi, in questo arco di tempo, ad occuparsi del camino dal punto di vista tecnico, vi è Leonardo da Vinci: nel suo Codice Atlantico è presente uno studio sull’alimentazione della fiamma mediante una presa d’aria esterna a forma d’imbuto, in grado di migliorare la combustione. Tale studio è la prima teorizzazione dell’apporto di aria comburente dall’esterno, utilizzato a tutt’oggi in alcune tipologie di apparecchio. Leon Battista Alberti nel suo De re aedificatoria parla della collocazione ideale del camino negli ambienti e ne descrive le caratteristiche dimensionali, dal focolare sino alla dispersione dei fumi.
La svolta con la Rivoluzione Scientifica del ‘700
La vera svolta nella progettazione dei camini avvenne in seguito alla Rivoluzione scientifica e tecnica alla fine del Settecento, epoca in cui fiorirono le scienze moderne: chimica, fisica, geologia, biologia, economia ecc. e con ognuna il relativo campo di ricerca e tecnica pratica i cui grandi iniziatori furono Volta, Lavoiser, Smith, Spallanzani e altri. Nel nostro caso specifico, la rivoluzione avvenne ad opera di due coloni americani, i quali con spirito scientifico, unito alle scoperte tecnologiche, ad uno spiccato senso pratico e ad intraprendenza riuscirono a risolvere praticamente quasi tutti i problemi che fino ad allora erano stati più o meno presenti nei camini: Benjamin Franklin e Benjamin Thompson.
Benjamin Thomson, di umili origini e autodidatta negli studi, grazie alla sua intraprendenza, alla sua curiosità, poliedricità e al “lavoro sul campo”, riuscì a guadagnarsi posizioni prestigiose nella società inglese e fu infatti nominato conte. Thomson è padre di numerosi studi e disparate invenzioni tra cui la scoperta delle correnti di convezione, del fatto che il calore non è una sostanza bensì il prodotto del moto di particelle e l’invenzione del calorimetro, apparecchio per calcolare il calore di combustione di legna, carbone ed altri combustibili. Con le sue ricerche ed i suoi esperimenti, fu il primo a comprendere e utilizzare il cosiddetto calore radiante e portò quasi alla perfezione la tecnica di costruzione dei caminetti da riscaldamento.
Dalla sua esperienza pratica e dai suoi studi sul calore derivarono alcuni principi che cambiarono completamente la tecnica di costruzione dei caminetti e delle canne fumarie fino ad allora adottata: “poiché sarebbe un miracolo se il fumo non risalisse su per la canna del camino, esattamente come se l’acqua non scorresse giù dalle montagne” riteneva “noi dobbiamo soltanto trovare e rimuovere gli ostacoli che impediscono al fumo di seguire la sua naturale tendenza a salire‘.
La consapevolezza che il calore della combustione era un calore radiante lo portò a modificare la forma del caminetto diminuendone decisamente la profondità ed inclinando le pareti laterali con angoli studiati matematicamente per massimizzare l’irraggiamento del calore verso l’ambiente; da tutto ciò derivò un camino molto efficace nel riscaldamento e quasi del tutto privo di dispersione di fumo nei locali.
Ulteriori ricerche volsero invece alla valutazione dei combustibili capaci di maggior rendimento, come carbon fossile o coke, che portarono all’introduzione di una griglia sotto il focolare per l’apporto d’aria necessario per la combustione di tali materiali.
Tempi moderni
Intorno alla metà del 1800 le maggiori conoscenze delle leggi fisiche e termodinamiche portarono all’ideazione di metodi per sfruttare al massimo anche il calore prodotto dai fumi di combustione, unendo all’irraggiamento anche il riscaldamento per convezione, introducendo un’intercapedine attorno al focolare in cui veniva introdotta l’aria prelevata dall’ambiente, raccolta in basso, e che al suo interno si riscaldava per venire poi reintrodotta nel locale, con moto convettivo, dalla parte superiore dell’apparecchio; da qui il principio del moderno inserto.
Sul finire del Secolo, il progresso tecnologico e metallurgico permise l’inizio della produzione in serie di stufe per riscaldamento e cucine economiche, dapprima alimentate a legna e carbone e successivamente a gas, più efficienti e meno dispendiose dei camini; la produzione e l’installazione dei caminetti, di conseguenza, cala drasticamente. Le nuove dinamiche abitative e nuove tecnologie impiantistiche del Novecento rendono il caminetto, di fatto, una soluzione non più adeguata all’esigenza di riscaldamento di un’abitazione né tantomeno di un edificio; il fascino e il peculiare calore della “fiamma viva” hanno fatto in modo tuttavia che il caminetto non sia mai scomparso del tutto, seppure accomunabile ad un “accessorio” di abbellimento della casa.
In tempi recenti, grazie all’innovazione tecnologica e alla sensibilizzazione in materia di fonti di energia alternative e rinnovabili, si assiste ad una vera e propria riscoperta del caminetto e della stufa che oggi hanno raggiunto gradi di efficienza altissimi e spesso sono l’unica fonte di riscaldamento e produzione di acqua calda di un’intera abitazione sfruttando combustibili ecologici e sostenibili.